Giuseppe Cavalli
![]() Nel manifesto programmatico della Bussola si trova la distinzione tra fotografia "artistica" e "documentaria". "Noi crediamo alla fotografia come arte" scriveva il manifesto sottolineando che questo mezzo di espressione moderno e sensibilissimo, con l'ausilio della tecnica, messa a disposizione da chimica, meccanica e ottica, aveva raggiunto la duttilità, la ricchezza, l'efficacia di un linguaggio indipendente e vivo, consentendo agli operatori della fotografia di essere poeti con l'obiettivo come con il pennello, lo scalpello, la penna. Dal fatto che "con l'obiettivo si può trasformare la realtà in fantasia, indispensabile e prima condizione dell'arte", Cavalli ha fatto conseguire la necessità di allontanare la fotografia, che abbia pretese di arte, da quanto considerava come "il binario morto della cronaca documentaria". Il Manifesto precisava che: "in arte il soggetto non ha nessuna importanza e che quel che soltanto importa è che l'opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell'arte: sia bella o no.” Partendo da questi principi Cavalli attivò la fondazione del Gruppo Misa, che veniva considerato "la sua Scuola". Il sodalizio senigalliese propose immagini a toni alti, attente al rigore compositivo. Critico appassionato e polemico, Cavalli scrisse molti saggi sulla fotografia, che furono pubblicati nelle principali riviste specializzate del tempo, come "Ferrania" e "Fotografi". Lo statuto dell' ssociazione Misa data gennaio 1954. A segnare l'uscita dall'ambito provinciale fu una prima mostra, allestita a Roma presso la sede dell'Associazione Fotografica Romana. Alla rassegna parteciparono quasi tutti coloro che hanno legato il loro nome alla parabola di affermazioni, percorsa dall'associazione: oltre naturalmente a Giuseppe Cavalli, Vincenzo Balocchi, Paolo Bocci, Piergiorgio Branzi, Bruno Bulzacchi, Luciano Ferri, Ferruccio Ferroni, Mario Giacomelli, Francesco Giovannini, Adriano Malfagia, Guelfo Marzola, Giuseppe Moder, Bice De' Nobili, Giulio Parmiani, Silvio Pellegrini, Lisa Ricasoli, Sandro Rota, Bruno Simoncelli. Cavalli, è stato il teorico della purezza dei "toni alti", tanto che alcuni suoi detrattori erano usi dire ironicamente che dopo Cavalli poteva esistere solo il foglio bianco. La morte di Cavalli, ma soprattutto la personale evoluzione, indusse alcuni membri del gruppo a seguire strade autonome, portando infine alla conclusione dell'esperienza di quella che oggi è diffusamente conosciuta come "Scuola del Misa". |