20/06/2017
"Buon viaggio Edmo": Il Musinf affida a Lorenzo Cicconi Massi un commosso ricordo del collega
Per esprimere la forte commozione dei fotografi senigalliesi alla notizia della scomparsa di Edmo Leopoldi "tutti insieme al Musinf, dove lo avevamo festeggiato con uno dei Premi Senigallia-Io Fotoreporter" per la sua carriera" premette il prof. Bugatti, direttore del Musinf "abbiamo deciso di affidare la redazione di una nota di ricordo alle parole e all'affettuosa memoria di Lorenzo Cicconi Massi, oggi fotografo di fama internazionale, che proprio nello studio di Edmo Leopoldi ha compiuto le prime esperienze di settore". Lorenzo Cicconi Massi scrive:
"Edmo e' tornato nel cielo da dove scattava le fotografie della sua amata Senigallia. Ha raggiunto sua moglie Emma, con cui ha condiviso decine di anni dentro Foto Leopoldi. In quella bottega ci passava Mario Giacomelli, che gli ordinava i rulli e poi se li faceva sviluppare, una volta impressi della sua magia. Si fermava l'avv. Ferruccio Ferroni a raccontare con dovizia di particolari gli esperimenti sugli ultimi scatti. E poi Augusto Schiavoni, scultore e uomo d'arte, e con lui tanti altri amici che sarebbe difficile ricordare. Edmo era di poche parole, ma sapeva ascoltare e nelle chiacchiere in negozio usciva con battute fulminanti e ironiche tipiche dell'uomo che ha passato una vita ad osservare i modi, le stranezze e le manie della gente. La macchina fotografica come strumento per conoscere e indagare non solo la realta', ma l'anima delle persone.
Poi c'eravamo noi, i compagni dei figli, Amleto e Francesco, quelli per cui puo' sembrare stucchevole parlare di Edmo come di una persona buona; e allora lo ricordero' solo come infinitamente paziente, quando gli stavano tutto il giorno fra i piedi ad armeggiare con la telecamera, a smontare e rimontare i fari, strumenti della sua attrezzatura, per i nostri improvvisati set di riprese. Quando gli chiedevamo in prestito un po' di carta per stampare nella sua camera oscura, consapevoli tutti che non gliela avremmo piu' restituita, dopo aver fulminato un buon numero di lampade dell'ingranditore.
Di guai ne abbiamo sempre combinati tanti: un giorno sul tetto di casa, avventurosa location per una scena di guerra, abbiamo divelto un intero comignolo, precipitato nella tromba delle scale, dopo aver sfondato una copertura in plexiglas. Tanti danni e tanto spavento. Chiunque avrebbe reagito cacciandoci per sempre, stanco del nostro "cinema". Edmo si limito' ad urlare qualche parolaccia ed aggiunse: "che giochi fate? Possibile che fate ancora ‘sti giochi ? " Avevamo 17 anni e dopo qualche giorno ci ripresentammo in negozio con gli occhi bassi. Nel suo fare finta di niente, nella sua incapacita' di rimproverarci, venne fuori la sua anima buona, infinitamente paziente, di chi non aveva dimenticato di essere stato giovane come noi. Edmo e' una vita di lavoro, una vita di fotografie, una vita di sguardi.
Uno sterminato archivio di rullini negli anni di Villa Sorriso, nelle serate che hanno segnato un'intera generazione. E poi gli eventi, i matrimoni, le manifestazioni pubbliche, tutto quello che un professionista deve fare. Infine ci sono gli scatti dall'alto della citta'. Quelli che per anni ci hanno regalato una prospettiva nuova, inusuale e fantastica. Quelli che erano oggetto di discussione con Mario Giacomelli. Qualche settima fa mi ha detto che era contento di affidare il suo archivio ad una istituzione museale come il Musinf, con la speranza che la futura catalogazione e archiviazione lo avrebbe preservato dalla dispersione.
Quelle foto non sono solo il lavoro di una vita ma una testimonianza preziosa della storia della nostra terra e di tutti noi. Un lavoro che idealmente potra' proseguire all'infinito; ora, meglio di prima, che non avra' piu' bisogno dell'aereo per scattare le sue splendide foto dal cielo.
Buon viaggio Edmo".

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